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IL SISTEMA VENOSO DEGLI ARTI INFERIORI

 

ANATOMIA

 

Il sistema venoso degli arti inferiori è formato da vene che originano in periferia dai capillari e confluiscono,via via che risalgono verso il cuore,in tronchi sempre più grossi.

E' formato:

1)Da vene superficiali,che decorrono superficialmente alle fasce muscolari(Foto 1),e le cui vene principali sono la grande e la piccola safena.

La grande safena origina al malleolo mediale,decorre lungo la faccia interna della gamba e della coscia e sbocca nella vena femorale comune.Lungo il suo tragitto riceve le vene superficiali della faccia interna della gamba,della coscia e del piede.

La piccola safena origina posteriormente al malleolo laterale,decorre lungo la faccia posteriore della gamba e sbocca nella vena poplitea.

Le due reti safeniche sono connesse tra di loro da numerose anastomosi.

2)Da vene profonde che decorrono insieme alle arterie e drenano i tessuti sottofasciali.

Questi due sistemi venosi vengono messi in comunicazione tra di loro dalle vene perforanti.

La corrente ematica,in condizioni fisiologiche,si dirige dal circolo superficiale al profondo attraverso queste comunicazioni.

Tutte le vene sono munite di valvole:esse sono a forma di piccole tasche formate da uno o più lembi contrapposti.Tale forma impedisce il ritorno del sangue verso il basso e pertanto è fondamentale la loro continenza.

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COME FUNZIONA IL SISTEMA VENOSO

Il sangue,per risalire dai piedi fino al cuore,deve superare un dislivello di circa 150 cm e questo percorso avviene attraverso il sistema venoso.

I principali fattori che consentono il ritorno venoso sono due:

1)Le valvole,di cui sono fornite le vene,che impediscono il ritorno del sangue verso il basso (Foto 2)

2)La pompa muscolare degli arti inferiori

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Le alterazioni che possono causare una patologia del ritorno venoso sono costituite dalle dilatazioni della parete venosa e dalle ostruzioni.

Se si verifica una di queste due condizioni,o entrambe,si  forma una colonna di sangue che circola più lentamente.

Quando la dilatazione delle vene supera certi livelli,i lembi valvolari si allontanano e il sangue tende a ritornare verso il basso.

Comincia,quindi,a instaurarsi quella malattia cronica e progressiva che prende il nome di insufficienza venosa cronica.

COS’E’ L’INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA

E’ una malattia che colpisce principalmente le donne con un rapporto di 4 a 1 rispetto agli uomini e,nel 90% dei casi,esiste una predisposizione familiare.

Negli ultimi anni questa malattia è diventata più frequente,e questo è dovuto principalmente al tipo di vita che conduciamo e all’alimentazione.

I sintomi principali di questa malattia sono il dolore,la pesantezza,il prurito,il formicolio,i crampi,fino ad arrivare allo stadio dell'edema che è un gonfiore delle gambe,più accentuato alla caviglie.

Questi disturbi aumentano con il calore e stando fermi in piedi o seduti per molto tempo.Aumentano,inoltre,durante la gravidanza,nel periodo premestruale e se si fa uso della pillola anticoncezionale.

La complicanza più importante dell'insufficienza venosa sono le varici.

Sono,queste,delle dilatazioni serpiginose,tortuose e progressive delle vene superficiali,sia delle safene che delle collaterali.

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TERAPIA DELLE VARICI

 

Esistono due tipi di terapia:

1)Terapia conservativa 

2)Terapia ablativa

Della prima fanno parte l'elastocompressione e la terapia farmacologica

L’elastocompressione è la migliore forma di prevenzione e di terapia conservativa nella malattia varicosa.

Esercita una pressione dall’esterno verso l’interno della gamba riducendo il calibro delle vene dilatate e favorendo,quindi,la circolazione venosa.

Viene effettuata con le calze o le fasce elastiche.

Le calze possono essere preventive o terapeutiche a seconda della compressione che esercitano.

Riducono del 60% il rischio di sviluppare la malattia varicosa nei soggetti a rischio e,nelle fasi iniziali della malattia,ne bloccano l’evoluzione con un’azione terapeutica superiore a quella dei farmaci flebotonici.

 

Nella terapia farmacologica vengono utilizzati principalmente due gruppi di farmaci:

-I farmaci flebotonici,che aumentano il tono della parete venosa,quali la diosmina,la oxerutina,la centella asiatica,il mirtillo,la vite rossa l’ippocastano ecc.

- Gli eparinoidi,che hanno un’azione antitrombotica,quali il sulodexide e il mesoglicano.

                             Terapie ablative

Negli ultimi 20 anni il trattamento chirurgico delle varici degli arti inferiori si è evoluto profondamente per la diffusione delle nuove tecniche diagnostiche (Eco-color doppler),sviluppando la moderna flebologia.

E’ finita l’epoca dello stripping indiscriminato.La terapia delle varici deve essere,oggi,considerata un intervento emodinamico,realizzato dopo uno studio pre-operatorio con eco-color doppler e finalizzato a preservare ogni segmento di vena che si dimostri sana e/o che possa essere recuperata.

                Metodo ASVAL (Ablazione Selettiva delle Varici in Anestesia Locale)

Il razionale della terapia è quello di eliminare i punti di fuga,cioè i punti da cui originano i reflussi , interrompendo le connessioni ed eliminando solo i tronchi venosi varicosi.

Il reflusso può iniziare in qualsiasi tratto del sistema venoso superficiale o profondo e si può associare o meno a una evoluzione ascendente.

In tutti i casi in cui la grande safena ha un diametro inferiore a 10 mm (e,quindi,nel 70-80% dei casi) e vi è un reflusso ascendente dalla vena collaterale verso la safena,basta fare una legatura della vena nel punto in cui inizia il reflusso e si ottiene la riduzione del diametro della grande safena e,in molti casi,anche della collaterale.

E',questo,un intervento ambulatoriale,che si fa in anestesia locale,con una incisione di pochi mm che si chiude senza punti esterni,e che consente di riprendere rapidamente la vita normale.

 

Altre metodiche

                             C.H.I.V.A.

E' anche questo un metodo che si basa sul principio di risparmiare la safena.Con questo metodo,però,si tende a far rientrare il flusso venoso dalla superficie verso il circolo profondo attraverso le perforanti facendo delle legature e lasciando le vene varicose.

                            Chirurgia tradizionale

Consiste nella crossectomia (legatura della grande safena allo sbocco nella vena femorale) e nello stripping della grande safena ,e nella asportazione delle collaterali varicose.

Si effettua in anestesia spinale o peridurale e necessita di ricovero.

                          Laser e Radiofrequenza

Snon,queste,due procedure mininvasive che presentano molti vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale,ma che hanno lo stesso principio di questa.

Lo scopo di queste procedure è quello di distruggere la vena dall'interno utilizzando il calore.

                         Ecosclerosi

Con questa metodica si ottiene la chiusura della vena iniettando un farmaco sotto forma di schiuma e sotto guida ecografica.

 

 

              Quando si elimina la safena

Solo quando la safena supera i 10 mm di diametro,e, quindi,non è suscettibile di guarigione,si ricorre a una delle procedure che ne provocano la distruzione o la chiusura.

 

CONCLUSIONI

 

Con la chirurgia tradizionale,il laser,la radiofrequenza e la schiuma si distrugge una safena che,nel 70-80% dei casi,con il metodo ASVAL si potrebbe salvare.

Con il metodo ASVAL,infatti,vengono eliminate solo le vene malate,preservando le vene sane e/o recuperabili.

E' un metodo mininvasivo,ambulatoriale,che si effettua in anestesia locale con incisioni di pochi mm che si chiudono senza punti esterni,con un risultato funzionale ed estetico ottimale e con una rapida ripresa delle normali attività e della vita lavorativa.

Ricordiamo che le safene,oltre ad essere la principale via per il ritorno del sangue verso le vene profonde,possono essere usate per un eventuale intervento di by-pass.

Sono,inoltre,una utile via di ritorno verso il cuore,in caso di ostruzione (trombosi) delle vene profonde.

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